No, forse mi sono espresso un po' male (il mio tentativo di renderlo semplice è stato infruttuoso XD)
Partiamo dal principio: immagino che tutti quelli che hanno fatto un minimo di fisica a scuola sappiano cosa siano le trasformazioni di Galileo. Sono delle leggi che legano posizione e velocità di un oggetto come visto da due sistemi inerziali diversi.
Verso la fine del 1800 ci si rese conto che queste trasformazioni non andavano bene per i fenomeni elettromagnetici (studiati e formalizzati da Maxwell), come la luce stessa. (Cosa curiosa, Maxwell fu il primo a trovare, su carta, che esiste una costante, c, che, guarda caso, è mooolto simile alla velocità della luce come misurata fino a quel momento)
Quindi Lorentz, matematico, decise di cercare delle relazioni analitiche che permettessero, in linea di principio, di spostarsi da un sistema inerziale ad un altro mantenendo le formule dell'elettromagnetismo di Maxwell. Lorentz stesso non credeva fossero effettivamente valide, lui le ricavò, praticamente, come esercizio d'arte.
All'inizio del 1900 Einstein, in seguito ai risultati sulla velocità della luce nel vuoto che risultava indipendente dal sistema di riferimento, si rese conto che, forse forse, Lorentz aveva ragione.
Il giovane Einstein, però, non ebbe vita facile per gli stessi motivi per cui Lorentz non credette nella sua scoperta. Queste relazioni avevano effetti strani. Faccio un esempio:
Se io ho un righello e lo misuro stando fermo vicino a lui, misurerò una certa lunghezza per questo righello, diciamo 10cm.
Se io, invece, mi muovo rispetto al righello o, viceversa, il righello si muove rispetto a me, e misuro la sua lunghezza, troverò che questa è minore.
Ancora peggio: se io e un mio amico tentiamo di misurare la lunghezza del righello, io fermo rispetto al righello e lui, invece, in moto rispetto a questo, troveremo due lunghezze diverse.
No, nessuno sta barando, nessuno è ubriaco e non sono effetti ottici, è semplicemente che le distanze si contraggono passando tra due sistemi inerziali in moto relativo.
Discorso inverso vale per gli intervalli temporali, che si dilatano.
Ciò che si mantiene costante è la distanza spazio-temporale (da qui l'idea che spazio e tempo fossero, in realtà, un unica entità chiamata spazio-tempo).
Una storia simile vale anche per le velocità e per le masse.
Se io e un mio amico vogliamo misurare la massa di un oggetto, io stando fermo rispetto all'oggetto e lui muovendosi (per esempio, facciamo finta che l'oggetto è su un'astronave, sulla quale ci sono anche io, mentre il mio amico è rimasto sulla Terra), io misurerò una massa, lui ne misurerà una più grande.
Anche in questo caso, è possibile, però, trovare qualcosa che non varia, ed è l'energia totale dell'oggetto, che contiene al suo interno l'energia di massa, la famosa E=mc², e l'energia cinetica (l'energia potenziale gravitazionale non è considerata perché la relatività ristretta non contempla i fenomeni gravitazionali, studiati in quella generale).
Questa non è un'invenzione, è un fenomeno osservato e che ha dato non pochi problemi, per esempio nei ciclotroni (macchine per accelerare le particelle).
Perdonate lo sproloqui, e spero di essere stato più chiaro, nei limiti del possibile XD
