So che non è un libro degli anni ottanta, ma proprio in quegli anni il suo autore è diventato scrittore di culto, in particolare dopo la sua morte nel 1982, stesso anno dell'uscita di Blade Runner.
Dottor Futuro viene considerato uno dei libri meno riusciti di Philip K. Dick, ma devo dire che non condivido (almeno non in pieno) il giudizio generale sul romanzo. Io lo lessi qualche anno fa, in un periodo in cui la Fanucci aveva ristampato quasi tutti i suoi romanzi e così ne approfittai per leggere alcune sue "opere minori" che non conoscevo.
La trama vede il protagonista Jim Parson, un medico di grande talento del 2012, venire trasportato all'improvviso quattro secoli nel futuro, ritrovandosi così catapultato in una società molto diversa dalla sua, tecnologicamente così avanzata da aver costruito macchine del tempo, in cui l'uomo di razza bianca è scomparso in favore degli individui di pelle più scura e degli indiani d'america e soprattutto una società pervasa da una sorta di vera e propria venerazione per la morte, perchè la morte è ciò che permette la vita.
In tale società infatti viene impedita la crescita della popolazione, e solo quando qualcuno muore è possibile far nascere un nuovo individuo, grazie alla fecondazione in vitro in quanto tutti gli individui sono sterilizzati. In un contesto del genere, in cui vige il culto della morte, viene incoraggiata l'eutanasia e perseguito penalmente chi presta cure mediche, Parson si ritrova subito nei guai quando cura e salva una donna che sarebbe dovuta morire. Viene arrestato e poi liberato e rapito da una fazione di indiani che vogliono sfruttare il suo talento per salvare la vita al loro capo. Stavolta però le abilità mediche non saranno sufficienti e Parson verrà fatto tornare indietro nel tempo fino al XVI secolo, nel periodo della colonizzazione dell'America da parte dei conquistadores spagnoli, venendo anche in contatto con il pirata Drake e rimanendo direttamente coinvolto in diversi paradossi temporali.
Non fornisco ulteriori dettagli sulla trama, ma qualche riflessione.
Molte delle critiche più comuni su Dottor Futuro (soprattutto dai fan Dickiani) riguardano l'assenza dei temi, le paure e le ossessioni tipiche della scrittura di Philip K. Dick e l'uso di un elemento classico della fantascienza come il viaggio nel tempo e i conseguenti paradossi che comporta, elemento che dai critici viene considerato un clichè e qui utilizzato solo per rendere il libro un prodotto più commerciale.
Viaggi nel passato o futuro e paradossi temporali potranno anche essere un clichè, ma secondo me hanno un fascino particolare e in questo caso lo scrittore li usa in maniera magistrale garantendo una lettura scorrevole. In merito alla varie mancanze, la descrizione del mondo in cui viene catapultato il protagonista coincide con quella di una soietà distopica, elemento invece ricorrente nei romanzi di Dick. Inoltre vengono trattati diversi temi importanti come la colonizzazione dell'america e le sue conseguenze, le crudeltà che ha subito la gente di colore e in particolare gli indiani; e voglio evidenziare infine l'idea che può sembrare semplice, ma che personalmente trovo geniale (e anche un po inquietante), del capovolgimento dei valori nel dualismo vita-morte.
In conclusione, non dico che questo libro sia il capolavoro di Philip K. Dick, ma sicuramente un romanzo ben riuscito, quindi ne consiglio la lettura.