Autore Topic: In partenza... fra un mese  (Letto 5537 volte)

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Offline Vitali80

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Re:In partenza... fra un mese
« Risposta #40 il: 15 Nov 2015 22:45:22 »
Io sono d'accordo sul vivere nel posto per trarre informazioni, dopotutto se si visita una località da turista o solo da riviste si rischia di conoscere solo la parte migliore di un paese.

Come ha scritto poi Gianni "non a caso questo quartiere "Vollsmose" sorge nel bel mezzo del nulla, ed intendo in mezzo a boschi e fabbriche e strategicamente lontano da occhi indiscreti". Questa è una cosa veramente meschina, e sembra proprio stile USA.

In Italia è vero che non c'è vera e propria assistenza per i senzatetto e ve lo dico perché ho fatto il volontario, ma è vero che ci sono agevolazioni per studenti, anche universitari, per le fasce di popolazione più povera.

Io ho avuto una brutta esperienza in Inghilterra proprio con degli italiani ma non per questo considero tutti gli italiani inaffidabili e ho amici italiani che definisco ottimi amici.

Poi è altrettanto vero che il calore degli italiani (specie nel sud, senza offendere il nord) è riconosciuta dappertutto e me lo hanno fatto notare molti inglesi e stranieri in Italia.



Offline Vitali80

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Re:In partenza... fra un mese
« Risposta #41 il: 16 Nov 2015 11:37:48 »
Però, tendenzialmente l'italiano cerca sempre di fotterti, e non sto inventando l'acqua calda eh! Un esempio? I nostri politici. Che prima di essere politici sono semplici cittadini. Non ti dicono nulla tutti gli scandali degli ultimi anni (compresi quelli recentissimi)? Prova a lasciare la porta di casa aperta e vai a farti una settimana di vacanza: sei fortunato se al ritorno trovi i mobili!
Potrei parlarti dell'educazione stradale: qui il pedone non vale nulla, mentre in DK è sacro. I ciclisti là hanno sempre la precedenza e guarda caso chi causa incidenti è sempre qualche straniero (il più delle volte italiano).

Il calore degli italiani e dei popoli latini in generale è molto bello. Ma oltre al calore ci vuole anche la correttezza, la lealtà, l'onestà, la fiducia. Le persone che mi hanno tradito sono state proprio quelle più "calorose", quelle che sembrava volessero darmi il cuore. Una fiamma che arde ma che, ahimè, può spegnersi molto facilmente. Preferisco l'equilibrio. E per tornare a bomba, nessun danese mi ha mai tradito. Loro ti mandano a fare in culo senza troppi complimenti e in faccia, senza parlar male dietro. E questa schiettezza, per quanto urtante all'inizio, piano piano la apprezzi tantissimo, se non altro perché ti permette di non perdere tempo. Cioè, se gli stai sulle balle te lo dicono subito, senza falsi sorrisini o lusinghe. Freddi ma sinceri. Cosa è meglio?  ;)
Però un attimo, la Danimarca è un largo paese così come l'Italia. In Italia le grandi città (Milano, Roma, Napoli e così via) sono sempre piene di marcio ma nei paesi e provincia si sta ottimamente e non si rischia di andare sotto un'auto. Non si può fare un paragone troppo diretto Italia-Danimarca. Se parliamo dei politici allora ritorno al discorso di Gianni: ghettizzano la popolazione. Questo basta a definire come funziona la politica in altri paesi. Sei sicuro che in Danimarca (dove poi? Città o provincia?) puoi lasciare la porta aperta? Io so che in Italia la porta aperta la posso lasciare in provincia ma non in centro, e questo è un dettaglio importante.

Il calore senza lealtà non l'ho mai visto, scusa ma la tua frase è insensata: "Il calore degli italiani e dei popoli latini in generale è molto bello. Ma oltre al calore ci vuole anche la correttezza, la lealtà, l'onestà, la fiducia.". Poi: "Le persone che mi hanno tradito sono state proprio quelle più "calorose", quelle che sembrava volessero darmi il cuore.". Quello si chiama prendere in giro ma è così ovunque, ovvio che quello non è calore!

"nessun danese mi ha mai tradito": da quanto tempo vivi in Danimarca e quanto in Italia? Ovvio che il tempo gioca un ruolo importante e poi ripeto, dove? Città o provincia? La gente non è tutta uguale.

"Loro ti mandano a fare in culo senza troppi complimenti e in faccia, senza parlar male dietro. E questa schiettezza, per quanto urtante all'inizio, piano piano la apprezzi tantissimo, se non altro perché ti permette di non perdere tempo. Cioè, se gli stai sulle balle te lo dicono subito, senza falsi sorrisini o lusinghe. Freddi ma sinceri. Cosa è meglio?  ;)". Qui hai ragione ma ognuno ha pregi e difetti. In Italia, se stai male, troverai sempre una marea di persone disposte ad aiutarti.

Vogliamo fare un confronto tra la cultura basata sul collettivismo in Italia o sull'individualismo in altri paesi? Allora cominciamo col dire che in Italia, negli uffici, c'è chi è disposto a saltare qualche passaggio burocratico se vede che sei ignorante o hai bisogno di aiuto mentre in altri paesi sono fiscali tanto che ti rimandano indietro se manchi un foglio o una virgola. L'Italiano antepone sempre l'umano alla burocrazia, a costo di saltare qualche passaggio ed essere un pelo sopra la legge. In altri paesi sono troppo fiscali e non andrebbero nemmeno contro una semplice comma pur di essere ligi al dovere, che significa anteporre il dovere ai sentimenti. Ripeto che noi italiani siamo apprezzati in tutto il mondo (o perlomeno nei paesi dove sono stato e gli stranieri con cui ho parlato) proprio per questo aiuto che diamo col cuore anteponendo perfino i nostri stessi interessi. Non capita di rado che se uno straniero si perde in una città un italiano non solo gli da le informazioni ma se può lo accompagna pure togliendo del tempo a se stesso senza rompersi le scatole. Difficile vedere una cosa del genere in altre parti del mondo, non dico impossibile ma almeno talmente raro che non ci si crede.



Offline Gianni

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Re:In partenza... fra un mese
« Risposta #42 il: 16 Nov 2015 17:09:59 »
Saver, preferisco chiudere la discussione qui, perchè hai completamente travisato lo spirito delle mie parole nonché sporcato quello che doveva essere un diario di viaggio. Qui non si fa del campanilismo, tant'è che mi sono limitato a fare delle considerazioni sulla base della mia esperienza da lavoratore e non da studente, cercando di riportare puntualmente quello che ho constatato affinché ognuno potesse farsi le proprie opinioni e non fare il solito qualunquismo della serie "in tutto il mondo si vive meglio che in Italia". Libero di pensarla e vederla come vuoi, da ora in poi non contraddirò il tuo "io dico che non è così", altrimenti il passo successivo sarà scrivere "io, io e l'asino mio".  Libero anche di giocare per la Danimarca, io non gioco né con la Danimarca e né con l'Italia, sono semplicemente obiettivo. Quindi, non vedo perchè debba tessere le lodi della tua seconda Patria se obiettivamente non vedo ragioni per farlo. Ci ho vissuto normalmente, non l'ho reputato un inferno di problemi (perchè non ne ho avuti), ma neanche un Paese così efficiente e all'avanguardia. E' una Nazione senza infamia e senza lode come molti altri posti, perciò mi è sembrato doveroso riportare esattamente quello che ho visto e vissuto.
Credo che non valga nemmeno la pena continuare la discussione sull'equità sociale, visto che "tu dici che non è così", e forse le mie opinioni sono state lette come un'accusa o gettar fango (contro chi, poi?). Onestamente mi sembra un po' infantile controbattere all'infinito, perciò preferisco non intavolare una discussione sull'esistenza diffusa del poverissimo che setaccia nei bidoni della spazzatura.
Il colmo, poi, è stato ricevere lezioni di integrazione da qualcuno che probabilmente non mette il naso fuori dall'Italia dal 1999. Non ho ritenuto opportuno elencare quante persone ho conosciuto, come e quando sia cominciato il processo di integrazione, perchè penso che "integrazione" sia un termine antipatico che esprima intrinsecamente la necessità di farsi accettare/apprezzare a tutti i costi dal prossimo, pena la ghettizzazione. Non ho avuto bisogno di integrarmi: mi sono semplicemente comportato onestamente e in maniera rispettosa e ho ritenuto che questo fosse sufficiente per me e per gli altri, pazienza se non sono finito in cima alla hit-parade dei cittadini stranieri modello, me ne farò una ragione. Il mio supervisore in Danimarca è indiano, in 8 anni non ha imparato il danese e questo l'ha messo in cattiva luce, nel senso che veniva guardato con disprezzo dai propri colleghi danesi. E' vero che ogni Paese ha le proprie regole scritte e non scritte, ma trovo che questo sia un atteggiamento piuttosto stupido e razzista. Io so che il mio supervisore non ha imparato la lingua solo per pigrizia, e soprattutto perché è abbastanza intelligente da dare il giusto peso alla parola "integrazione". Lo stesso peso che do io quando incontro uno straniero in Italia, Danimarca, Scozia o resto del mondo: se lui/lei non parla la lingua del luogo per una qualsiasi ragione, non me ne preoccupo e penso che è libero/a di fare quello che gli/le pare, purché rispetti il prossimo, viva onestamente e sia in grado di comunicare i propri pensieri e necessità.
Non intervengo sulle risposte che hai dato a Vitali, e chiudo il mio intervento ricordandoti meramente che il regolamento vieta i doppi post ed espressioni come "merda", "a fare in culo", "fotterti". Puoi usarle sul caffè forum, ma non qui. Non ti invio neanche il richiamo in privato, non sia mai che tu la prenda sul personale.
« Ultima modifica: 16 Nov 2015 17:50:09 da Gianni »
Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli. (Emilio Salgari)