Saver, preferisco chiudere la discussione qui, perchè hai completamente travisato lo spirito delle mie parole nonché sporcato quello che doveva essere un diario di viaggio. Qui non si fa del campanilismo, tant'è che mi sono limitato a fare delle considerazioni sulla base della mia esperienza da lavoratore e non da studente, cercando di riportare puntualmente quello che ho constatato affinché ognuno potesse farsi le proprie opinioni e non fare il solito qualunquismo della serie "in tutto il mondo si vive meglio che in Italia". Libero di pensarla e vederla come vuoi, da ora in poi non contraddirò il tuo "io dico che non è così", altrimenti il passo successivo sarà scrivere "io, io e l'asino mio". Libero anche di giocare per la Danimarca, io non gioco né con la Danimarca e né con l'Italia, sono semplicemente obiettivo. Quindi, non vedo perchè debba tessere le lodi della tua seconda Patria se obiettivamente non vedo ragioni per farlo. Ci ho vissuto normalmente, non l'ho reputato un inferno di problemi (perchè non ne ho avuti), ma neanche un Paese così efficiente e all'avanguardia. E' una Nazione senza infamia e senza lode come molti altri posti, perciò mi è sembrato doveroso riportare esattamente quello che ho visto e vissuto.
Credo che non valga nemmeno la pena continuare la discussione sull'equità sociale, visto che "tu dici che non è così", e forse le mie opinioni sono state lette come un'accusa o gettar fango (contro chi, poi?). Onestamente mi sembra un po' infantile controbattere all'infinito, perciò preferisco non intavolare una discussione sull'esistenza diffusa del poverissimo che setaccia nei bidoni della spazzatura.
Il colmo, poi, è stato ricevere lezioni di integrazione da qualcuno che probabilmente non mette il naso fuori dall'Italia dal 1999. Non ho ritenuto opportuno elencare quante persone ho conosciuto, come e quando sia cominciato il processo di integrazione, perchè penso che "integrazione" sia un termine antipatico che esprima intrinsecamente la necessità di farsi accettare/apprezzare a tutti i costi dal prossimo, pena la ghettizzazione. Non ho avuto bisogno di integrarmi: mi sono semplicemente comportato onestamente e in maniera rispettosa e ho ritenuto che questo fosse sufficiente per me e per gli altri, pazienza se non sono finito in cima alla hit-parade dei cittadini stranieri modello, me ne farò una ragione. Il mio supervisore in Danimarca è indiano, in 8 anni non ha imparato il danese e questo l'ha messo in cattiva luce, nel senso che veniva guardato con disprezzo dai propri colleghi danesi. E' vero che ogni Paese ha le proprie regole scritte e non scritte, ma trovo che questo sia un atteggiamento piuttosto stupido e razzista. Io so che il mio supervisore non ha imparato la lingua solo per pigrizia, e soprattutto perché è abbastanza intelligente da dare il giusto peso alla parola "integrazione". Lo stesso peso che do io quando incontro uno straniero in Italia, Danimarca, Scozia o resto del mondo: se lui/lei non parla la lingua del luogo per una qualsiasi ragione, non me ne preoccupo e penso che è libero/a di fare quello che gli/le pare, purché rispetti il prossimo, viva onestamente e sia in grado di comunicare i propri pensieri e necessità.
Non intervengo sulle risposte che hai dato a Vitali, e chiudo il mio intervento ricordandoti meramente che il regolamento vieta i doppi post ed espressioni come "merda", "a fare in culo", "fotterti". Puoi usarle sul caffè forum, ma non qui. Non ti invio neanche il richiamo in privato, non sia mai che tu la prenda sul personale.